quasi Pizzo del Becco

quasi Pizzo del Becco

Partiamo dalla Gardata, una frazione di Branzi, verso le 6.50 e imbocchiamo un vecchio sentiero che sale ripido passando per un paio di strette scalinate intagliate nella roccia a dir poco suggestive. Dopo meno di un’ora ci colleghiamo alla “Strada Piana”. Arriviamo, dopo una perdita di dislivello di circa 100m, all'imbocco del sentiero 212 per i Laghi Gemelli. Notiamo, con sommo dispiacere, che lungo il tragitto dei taglialegna stanno pulendo il sentiero (inaccessibile dopo la valanga dell’anno prima) dando fuoco ad alberi, arbusti e passanti. Acceleriamo il passo evitando l'intossicazione e, dopo aver incrociato due baite, arriviamo al lago Pian Casere che ci dà il benvenuto nella zona dei laghi (sono circa le 10.30 e il tempo non è dei migliori). Serpeggiando tra varie baite, incontriamo il lago Marcio, il Rifugio Laghi Gemelli e infine i Laghi Gemelli veri e propri in riva ai quali sostiamo per pranzare (ore 11:30 il tempo peggiora lievemente).

Riprendiamo il cammino e ci avviciniamo al pizzo del Becco attraversando un ponte di corda di ferro traballante. Sul lato Nord del Lago Colombo (prosciugato per dei lavori di manutenzione alla diga) ci agganciamo al sentiero per la cima e continuando a salire scorgiamo la croce sommersa dalle nubi. Arrivati a un vallone ricco di massi enormi alle pendici del Becco ci imbattiamo in un paio di stambecchi che dalla cima di uno dei macigni vigilano sulla zona. Durante una pausa in quel luogo incredibile uno stambecco ci passa a fianco ignorandoci e un ermellino si fa avvicinare a meno di un metro di distanza. Riprendendo il sentiero, ora segnato da omini di pietra, verso le 15 arriviamo all'inizio della ferrata e iniziamo l’ascesa. Dopo pochi metri ci sorprende la pioggia e siamo costretti a rinunciare. Catena Scivolosa, roccia sdrucciolevole e fulmini non sono un bel trio. Sconfitti due stambecchi che ci bloccano il sentiero all’inizio della ferrata, scendiamo con la pioggia fino al Lago Colombo per un sentiero improvvisato da noi al momento. Cessata la pioggia all’altezza della diga in manutenzione decidiamo di tornare facendo il giro dei laghi. Arriviamo al lago del Becco costeggiando un acquitrino e, in vista della diga, pieghiamo verso sud costeggiando il lago Marcio fino a ricongiungerci al sentiero 212. Una volta tornati alla diga del Pian Casere ci sorprende un banco di nebbia che affronteremo impavidi, senza però vedere una verga.

In vista di Branzi incontriamo ancora i gentili amici taglialegna che, nel frattempo, hanno dato fuoco anche al sentiero stesso. Scendiamo lungo un dirupo, consigliatoci da quelle brave persone, calandoci da un albero, per arrivare ancora tra fuoco e ceneri roventi. Uno di noi ha lasciato sull’alberello usato come appiglio un brandello di mignolo come ricordo della giornata trascorsa fra nebbia, pioggia, fuoco, fiamme, fumo e cenere!

Arriviamo a casa alle 18:00 piuttosto provati ma estremamente motivati a raggiungere la vetta, di poco mancata, in un secondo momento.