Monte Colle

Monte Colle

Partiamo da Branzi alle 7:30 per fare un giretto tranquillo un po’ fuori stagione. La meta è “Il Pizzo”, una cima di 1600m segnata sulla Kompass.

I campi concimati non rendono la partenza gradevolissima all’olfatto, ma l’odore non ci accompagna per molto. Lasciamo la Clio nella vecchia piazza del mercato e prendiamo un sentiero che parte da una piccola chiesetta sconsacrata. Nonostante non compaia sulla Kompass, la strada è ben segnata. Alle 8:10 la temperatura si fa meno rigida, perciò riponiamo nello zaino i giubbotti e proseguiamo. Incontriamo una sgradita sorpresa poco più avanti: il sentiero che stiamo seguendo è stato travolto da una strada agro-silvo-pastorale-del-porco (termine tecnico) e una montagna di tronchi blocca il passaggio. Siccome non siamo gente che si arrende per del legname, scavalchiamo la montagna resinosa e cerchiamo di capire da quale parte potesse passare il vecchio sentiero. Persa un’ora buona, invece di andare verso la frazione Prati ci dirigiamo dalla parte opposta e pieghiamo a destra, praticamente a caso, seguendo del fogliame che poteva sembrare una traccia di sentiero.

Smarrimento Colossale I

Ci perdiamo nel bosco immediatamente, ma continuiamo a salire il più possibile in linea retta con la speranza di incrociare un sentiero. Proseguiamo su sassaie ricoperte da muschio, seguiamo canali scavati dall’acqua piovana e ci arrampichiamo su rocce finché, fra i tronchi degli alberi alla nostra sinistra, non intravediamo il cielo. Convinti stupidamente di essere arrivati al Pizzo, ci dirigiamo verso la luce. Arriviamo su uno sperone di roccia da cui si gode di un bellissimo paesaggio, ma purtroppo vediamo la croce del Pizzo sopra di noi oltre un vallone (10:10). Proseguiamo sempre verso l’alto cercando di raggiungere la cresta della montagna e non direttamente il Pizzo, per evitare il vallone. Dopo qualche passo siamo costretti a piegare verso destra per aggirare delle pareti rocciose che si perdono fra le cime degli alberi. Nella boscaglia compaiono, per un istante, un capriolo e uno scoiattolo. Troviamo una parete su cui è facile arrampicarsi e la scaliamo con entusiasmo dopo aver trovato un guanto marcio (indicava, nelle nostre menti, il passaggio di esseri umani sopra di noi). Affrontata la parete, alle 11:15, arriviamo ad un boschetto quasi pianeggiante con degli alberi tagliati da seghe elettriche. Il morale risale. Avanzando tra i rami degli alberi tagliati, troviamo un sentiero segnato con un “10” e iniziamo a percorrerlo verso sud. La nuova strada, che faticosamente riusciamo a seguire, ci porta al vallone che abbiamo visto dallo sperone di roccia.

Smarrimento II

Non prima di aver nuovamente perso il sentiero, arriviamo a quello che in realtà non è un vallone, ma un crepaccio con una cascata al suo interno.

Arrancando a caso verso l’alto, troviamo degli alberi segnati con della vernice bianca. Alle 12:40 arriviamo ad un boschetto di larici ed esplorando un tratto alla nostra sinistra scorgiamo Branzi a fondo valle (tenete a mente questa parte). Attraversato un pascolo abbandonato, fra i pini e i larici, ci concediamo la prima pausa per mangiare e bere qualcosa. Dal ceppo su cui stiamo sostando vediamo la croce su una cima a Nord (non ci sembra essere nella posizione giusta ma scacciamo velocemente il pensiero). Vediamo una strada, sulla montagna con la croce, che si dirige nella nostra direzione ma che probabilmente devia prima di raggiungerci.

Smarrimento III

Per collegarci alla strada passiamo in linea retta sul fianco della montagna, sfruttando l’appoggio sicuro garantito dai rododendri.

Alle 13:50 arriviamo finalmente al Pizzo. L’unico problema è che non è il Pizzo, bensì Monte Colle (1756m). Guardando verso Sud vediamo il pascolo abbandonato e, poco a sinistra, fra i larici, la croce del Pizzo. Probabilmente ci siamo passati sotto senza accorgercene quando ci siamo affacciati per vedere la valle. Poco male, abbiamo fatto inconsapevolmente due pizzi lo stesso giorno, e ci siamo ritrovati di fronte al miglior panorama visto fino a quel momento.

360° A Sud il Pizzo e il Menna, ad Ovest il pizzo Badile (2044m), a Nord-Est il Corno stella, ad Est, sopra Carona, l’Aga, il Diavolo e il pizzo del Becco, a Sud-Est il pizzo di Pietraquadra.

Ripartiamo, dopo aver fatto le dovute foto, seguendo il sentiero 117 che ci porta, poco oltre la frazione Prati, sulla strada agro-silvo-pastorale del porco. Superata nuovamente la montagna di legname e torniamo alla Clio (16.30) e puntiamo verso casa giusto in tempo per un tè.